Non è importante dirselo

27 08 2012

Non è importante dirselo,
Siamo già così nudi…
Tra i brividi ed i battiti
Indefiniti gli attimi
Fulgidi d’amare –
Scintille di un ardore
Non solo sul lenzuolo

Non è importante dirselo,
Il tuo capo l’hai poggiato,
Il mio cuore l’hai ascoltato,
Non so se l’hai capito,
Io poco ci ho provato –
Quando la testa ho calato
sul tuo seno tachicardico

Non è importante dirselo,
Perché molte parole spaventano
Quando in realtà non contano
Strette dalle spire del vento
Se si parla di sentimento –
Ognuno o si sente o è spento
e di nessuna parola si pente!





Andrea

16 08 2012

Sapevo che in ogni morte
c’è un dolore che non scompare
So che quando è sangue del tuo sangue
Che sai quanto diamine ti fa male
Un fratello maggiore mai avuto
La gioia di vivere il vissuto
Occhi teneri e la voce sempre amica
Senza mai indossare una mimica
Quel sorriso che ho visto
quando era troppo tardi
sereno e caldo
invecchiato ma felice
forse la pace
di sicuro la pace
nient’altro la pace
le lacrime di chi resta
di noi che restiamo
e piangiamo
e ci disperiamo
ancora infiniti momenti
aspettando i battiti
dei bambini con i giochi
dei fiori con le api
le nuvole sull’erba
gli uccelli tra i semi della terra
i fuochi costruttori
e l’immenso mare aperto
L’Infinito
che ci scorre
le vene
all’orizzonte
di ricordi
di possibilità inesplorate
troncate
e
cerchiamo ancora lei
la pace
che si rassereni
quella fede
che ci sostiene
e dopo mille e mille solchi
scivolati sul viso
di amore già dato
e tant’altro versato
rammenti che lui
ci ha lasciati con quel sorriso
così bello sul suo viso
così dolce e ancora vivo
da lasciarvi sbalordito
so che sei ancora tra noi
e che nessun dolore vuoi
E’ questa la nostra essenza
sono io e tu, ma tu… senza
Perciò, pur piangendo
mentre scrivo a dirotto,
provo a lasciarti con letizia
e via la mestizia
Ciao Andrea!
Ti voglio tanto bene,
Grazie per avermi insegnato
a come si deve amare.





Mercé

4 08 2012

Il crepuscolo guizza nei ritmi

di luci incendiarie per attimi

che dilungano avidi strascichi

di luna e mare che mastichi

Calda si tende la gamba di lei

sul mio corpo ed io la vorrei,

come un’onda va a inseguire

la sua meta con tropp’ardire

che sia il suo scoglio, la riva,

una gloriosa nave o un relitto…

c’è da commettere un delitto:

baciami o mi ammazzo, o diva





Contesa

27 09 2011

Fisso una luna raggiante

da un alto punto dominante

Più che una vetta – una vendetta

servita al mio ego riluttante

 

Una voce fioca e stretta

in una gola secca

Lei si fa sempre più grande

Due occhi e la bocca e…

 

Ma io mi distraggo sempre

appena sta a dirmi qualcosa

E torna piccola nuovamente

Timida, piena e gialla

 

Lanterna a tenerci a galla,

non posso far a meno di mirarti

Ma non dirmi niente stasera,

non reggo il tuo sguardo

 

Continuiamo il giochino

Ci provo, per un po’ di continuo

Lei schiude le labbra

Parla di nuovo io mi giro

 

Questa notte è troppo scura

Tu non sembri sicura

Io avverto la paura

Aspettiamo la fortuna?





Vecchie discussioni sul forum

5 07 2011

Montaigne diceva: “Siamo interpreti di interpretazioni”.
La coloritura politica c’è e ci sarà sempre in ogni giornale, in ogni persona che pensa, che interpreta dei fatti. Magari il suo colore politico non coincide con nessun simbolo, ma c’è, è una sfumatura. La realtà oggettiva delle cose già non esiste, e si aggiunga che un giornale non è un bollettino, non è il tabellone di una partita, ma comporta delle analisi che in alcun modo possono mai definirsi neutrali: basta pensare al Corriere della Sera, che così si professa: neutrale, e poi quelli di sinistra lo sfogliano e lo trovano di destra, mentre quelli di destra lo trovano (in)giustamente liberale.
E’ chiaro che lo sforzo giornalistico deve essere in questo senso: verso una maggiore obiettività (o minore faziosità) e soprattutto essere slegati rispetto alle direttive di partito (ecco: questo è davvero un grande male: i giornali non semplicemente politicizzati ma “partitizzati”!)

Che ci siano giornalisti bravi e giornalisti meno bravi, è assodato. E molto dipende dai “gusti” personali. Che in Italia va per la maggiore un giornalismo scadente, fatto di gossip e di stronzate, è un altro fatto facilmente condivisibile. Sul tuo “fare giornalismo”, non posso essere d’accordo. Sì, secondo me Montaigne diceva una verità fondamentale. Inoltre i bollettini, la cronaca di una partita, è appunto “cronaca” (ed anche quelle possono avere colorature, ogni fatto in sè con la parola, di chicchèssia, diventa “più fatti”, e ne diventano ancor di più nell’opera di interpretazione del singolo recettore), il giornalismo va oltre la semplice “cronaca”. Comunque in Italia la stragrande maggioranza dei giornali mi fa cagare. Lunga vita a La Repubblica (giusto per non sembrare imparziale).

e direi che non tutti i telecronisti sono uguali… XD tra l’altro prendendo visione in prima persona dei fatti (come avviene guardando una partita di calcio in diretta), facilmente possiamo associarci o dissociarci dal racconto del cronista (quante volte non mi sono trovato d’accordo con loro, perfino sulla scelta di una parola!), cosa che non avviene con una radiocronaca, dove siamo vincolati all’unica fonte indiretta… ed i giornali sono tutte fonti indirette…

Ma un dato di fatto è nulla se non interpretato. I latini usavano dire “in claris non fit interpretatio”. L’evoluzione del pensiero ha rinnegato anche quest’idea. Non mi sembra confutabile che i giornali siano fonti indirette. Ed in quanto fonte indiretta sei già “condizionato”… Non è realistico un Grande Fratello che piazza le telecamere ovunque ci sia un fatto da raccontare e ti informa in tempo reale di quel che sta accadendo. Sono i giornalisti che selezionano i fatti, e li raccontano, ognuno a modo proprio. La cronaca è un settore particolare del giornalismo, non coincide totalmente con esso (il giornalismo comprende anche altre forme di manifestazione del pensiero: il diritto di critica, di satira, e via dicendo -e ognuno ha le sue caretteristiche ed i suoi limiti). Tra l’altro la cosa è evidente specialmente per quegli episodi “sconosciuti”. Ad esempio una strage. Può il giornalista limitarsi a dire che “c’è stata una strage, tot morti”? Senza dare una spiegazione, che abbia rincorso? Si dovrebbe limitare ad aspettare le risultanze delle indagini di Stato? Insomma secondo me un giornalista non può proprio limitarsi a fare semplice cronaca. Sarebbe solo un portavoce delle sembianze, un fantoccio della sbandierata neutralità degli eventi. Un bravo giornalista deve azzardare. Deve avere coraggio. Deve ricercare la verità (la “sua” verità, perché quella oggettiva non esiste) e convincere con la forza delle sue argomentazioni (ma questo per me vale in qualunque campo: spesso stiamo attenti al volume della voce e non alla sua forza intrinseca).
E se in una partita di calcio, che è un gioco, ci sono tante discordanze circa singoli episodi, figuriamoci quando si tratta di raccontare di fatti più importanti… Io la vedo così, i cronisti non mi sono mai stati molto simpatici. Sono utili per confrontare interpretazioni più complesse, ma se non avessero questa limitata utilità -per me- sarebbero ignavi…

certo, ma tu puoi usare il bel cervellino per interpretare il “dato di fatto” a due presupposti: il primo è la conoscenza diretta degli eventi da interpretare (che nella maggioranza dei casi non puoi avere), il secondo (oltre alle “categorie” kantiane) è la serie di “conoscenze presupposte”. Insomma il bel cervellino senza che sia riempito di informazioni non vale ad un bel nulla… il TUO punto di vista personale lo puoi (e secondo me “devi”) trovare cercando la “tua via” tra tutte le informazioni che disponi, non rifuggendole per paura di faziosità e preconcetti. In fondo è un preconcetto anche questo…
Per i punti di vista in Italia… stranamente non sono così pessimista come te. Ma la risposta te la potrebbe dare l’indagine sulla libertà di stampa, che ci da tra gli ultimi Paesi nel mondo, colpa di un conflitto di interessi che ormai dura da 15 anni e passa. Abbastanza per formare l’opinione pubblica in due poli: una maggioranza che fa capo a chi detiene il quarto potere, una minoranza che cerca di distruggerlo e si fa compatta (?) su questo punto…
Come mai poi gli “scandali” non vengono mai soli, me lo sono sempre chiesto. Ma in genere sono o scoperte dell’acqua calda (dipende da come si svegliano i PM: oggi tangentopoli, poi calciopoli, velinopoli, nosocomiopoli, etc…), o sono vasi ormai traboccanti e perciò vistosi (vedi i rifiuti in Campania), o fantocci per compattare il fronte nazionale verso “nemici comuni” che creano problemi (quando i maggiori ce li abbiamo in casa, e siedono tra i banchi che contano)…
E comunque basti pensare al programma “Veline” su una delle reti più seguite, in prima serata, che dura da mesi, per capire che in Italia la TV è spazzatura… ed i giornali non sono da meno. Anzi, forse su questo fronte abbiamo (sic!) più varietà…
Almeno così la vedo adesso… spero di vederla in maniera più rosea nel futuro.

[Sono passati 3-4 anni da queste discussioni, e no: non la vedo affatto più rosea]





Volevo scriverti molte cose, ma non ne ho più voglia, ne sento l’inutilità – Vincent Van Gogh

20 06 2011

Li evitavo come si evitano le persone che ti hanno fatto male.
A volte li cercavo come si cercano le persone che pur sai ti fanno male.
Ho gettato in un fosso tutti quei punti interrogativi che dilaniavano il mio essere insicuro, perché pur non conoscendo le risposte sono stato abbagliato dalla loro ombra.
Li ho coperti di terriccio che già la gente or sguaiatamente calpesta, ma ha ragione: perché è tempo di cambiare le stelle e spremervi il sole, non di adornare tombe.

[Ho smesso di scrivere perché non oso più farlo: conoscermi per poi disprezzarmi.]





11 05 2011




Lost for words.

30 04 2011




Thinkin’ of you…

13 04 2011

…e a quante domande vorrei farti…

…e riguardo passato, presente e futuro…

…e il coraggio che mi manca…

 





DuBigBalls

11 03 2011

la noia sta per incidermi le vene con motivi floreali…





Mare schiuso

30 11 2010

Alle due di notte

dal quinto piano di un palazzo in città,

sento il rumore del mare.

Ha un passo agitato,

ma coperto dal buio,

sotto un turbante di nuvole e stelle,

ispira

la sicurezza di un greco tiranno.

E’ sveglio,

vigile di reali ed onirici

mondi e pensieri,

ma sembra russare

per lasciarci dormire,

eccitato dal sobillante vento 

come se la mano di Dio carezzasse il pelo

della sua creatura più bella.

Sono lì,

ad un passo dal tuffo.

Svelto mi

affaccio occhi chiusi alla finestra,

un salto dal trampolino,

e cosa sarà?

Un sogno, un incubo o peggio

la realtà?

Fondamentali distinzioni:

ma per i sani di mente

e già che io non lo sono

se queste domande lambiscono soltanto

un oceano di follia

che ha annegato decrepiti sensi,

mentre spicco il mio salto.

“Comunque ed ovunque libertà!”

E’ la legge del mare, che si impone

a chiunque lo senta

in dormiveglia chiamare

da un palazzo in città.

[e questa… questa è la descrizione
la descrizione… della mia… morte.

cit Elio]





Just Dropped In (to see what condition my condition was in)

20 09 2010
(Yeah, yeah, oh-yeah, what condition my condition was in)

I woke up this mornin’ with the sundown shinin’ in
I found my mind in a brown paper bag within
I tripped on a cloud and fell-a eight miles high
I tore my mind on a jagged sky
I just dropped in to see what condition my condition was in

(Yeah, yeah, oh-yeah, what condition my condition was in)

I pushed my soul in a deep dark hole and then I followed it in
I watched myself crawlin’ out as I was a-crawlin’ in
I got up so tight I couldn’t unwind
I saw so much I broke my mind
I just dropped in to see what condition my condition was in

(Yeah, yeah, oh-yeah, what condition my condition was in)

Someone painted "April Fool" in big black letters on a "Dead End" sign
I had my foot on the gas as I left the road and blew out my mind
Eight miles outta Memphis and I got no spare
Eight miles straight up downtown somewhere
I just dropped in to see what condition my condition was in

I said I just dropped in to see what condition my condition was in
Yeah
yeah
ooh-yeaah

by Kenny Rogers & First Edition
The Big Lebowski soundtrack




Encefalogramma

7 09 2010




Prologo ai Fiori del male

31 08 2010

Au Lecteur


La sottise, l’erreur, le péche, la lésine,
Occupent nos esprits et travaillent nos corps,
Et nous alimentons nos aimables remords,
Comme les mendiants nourrissent leur vermine.

Nos péchés sont têtus, nos repentirs sont lâches;
Nous nous faisons payer grassement nos aveux,
Et nous rentrons gaiement dans le chemin bourbeux,
Croyant par de vils pleurs laver toutes nos taches.

Sur l’oreiller du mal c’est Satan Trismégiste
Qui berce longuement notre esprit enchanté,
Et le riche métal de notre volonté
Est tout vaporisé par ce savant chimiste.

C’est le Diable qui tient les fils qui nous remuent.
Aux objets répugnants nous trouvons des appas;
Chaque jour vers l’Enfer nous descendons d’un pas,
Sans horreur, à travers des ténèbres qui puent.

Ainsi qu’un débauché pauvre qui baise et mange
Le sein martyrisé d’une antique catin,
Nous volons au passage un plaisir clandestin
Que nous pressons bien fort comme une vieille orange.

Serré, fourmillant comme un million d’helminthes,
Dans nos cerveaux ribote un peuple de démons,
Et quand nous respirons, la Mort dans nos poumons
Descend, fleuve invisible, avec de sourdes plaintes.

Si le viol, le poison, le poignard, l’incendie,
N’ont pas encore brodé de leurs plaisants dessins
Le canevas banal de nos piteux destins,
C’est que notre âme, hélas! n’est pas assez hardie.

Mais parmi les chacals, les panthères, les lices,
Les singes, les scorpions, les vautours, les serpents,
Les monstres glapissants, hurlants, grognants, rampants,
Dans la ménagerie infâme de nos vices,

Il en est un plus laid, plus méchant, plus immonde!
Quoiqu’il ne pousse ni grands gestes, ni grands cris,
Il ferait volontiers de la terre un débris
Et dans un bâillement avalerait le monde.

C’est l’Ennui!- L’oeil chargé d’un pleur involontaire,
Il rêve d’échafauds en fumant son houka.
Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat,
Hypocrite lecteur, mon semblable, mon frère!

Charles Baudelaire


Stupidità e peccato, errore e lésina
ci assediano la mente, sfibrano i nostri corpi,
e alimentiamo i nostri amabili rimorsi
come un povero nutre i propri insetti.

Son testardi i peccati, deboli i pentimenti;
vendiamo a caro prezzo le nostre confessioni,
e torniamo a pestare allegri il fango
come se un vile pianto ci avesse ripuliti.

Sul cuscino del male Satana Trismegisto
lungamente ci culla e persuade
e l’oro della nostra volontà,
alchimista provetto, manda in fumo.

E’ il Diavolo a tirare i nostri fili!
Dai più schifosi oggetti siamo attratti;
e ogni giorno nell’Inferno ci addentriamo d’un passo,
tranquilli attraversando miasmi e buio.

Come il vizioso in rovina che assapora
il seno martoriato di un’antica puttana,
arraffiamo al passaggio piaceri clandestini
e li spremiamo come vecchie arance.

Dentro il nostro cervello, come elminti a milioni,
formicola e si scatena un popolo di Demoni;
la Morte, se respiriamo, nei polmoni
ci scende, fiume invisibile, con sordi gemiti.

E se stupro o veleno, lama o fuoco
non ci hanno ancora ornato di gustosi ricami
il trito canovaccio del destino
è solo, ahimè, ché poco ardito è il cuore.

Ma in mezzo agli sciacalli, alle pantere, alle linci,
alle scimmie, agli scorpioni, agli avvoltoi, ai serpenti,
ai mostri guaiolanti, grufolanti, striscianti
del nostro infame serraglio di vizi,

uno è ancora più brutto, più cattivo, più immondo!
Senza troppo agitarsi né gridare,
vorrebbe della terra non lasciar che rovine
e sbadigliando inghiottirebbe il mondo:

è la Noia! – Occhio greve d’un pianto involontario,
fuma la pipa, sogna impiccagioni…
Lo conosci, lettore, quel mostro delicato,
– ipocrita lettore, – mio simile, – fratello!





Kampa

16 08 2010
Un sol terso momento
morso su uno spicchio
dipinto in movimento
sopra righe di traverso
svapora ed io sommesso

appena un lieve vento
d’inchiostro vero intinto
su mano a pie’ sospinto
verso un punto a spicco
al volo già si avversa

e spento nello stantìo
di acre stanzino sento
il ronzio di un rogo mago
sfumare laddove versa
giusto il ricordo vago





Avatar

17 07 2010
Quel che Io sono
è quel che non son stato
mai
fatto della Notte
che si tiene stretta
e vai

annerendosi per gradi
e pensieri ladri
e pure i carrarmati

ogni cosa trema e scoppia

fino ad un sudato clic

una tv spenta
su brividi e fobia
e la mandibola battente

da un lenzuol telecomando

serrata in un angolino

è la testa sul cuscino

poi verrà il mattino
pigiato il sol pulsante
sul neo canale istante
Quel che Io sono
è quel che non son stato
mai
è il bambino di Tenebre
che piscia sopra i guai




Sarebbe un segreto

22 06 2010
Vorrei vederti,
per dirti qualcosa – parole,
ma che non posso
proferire, preferire,
per emorragie del ferire.
Che situazione del cazzo!
Non posso neanche
riversare versi,
mutando la mia voce
tra i venti dei vividi sogni
che talvolta riescon a cullare
le mie ali storpie…
perché so che li leggeresti…
Infatti vedi questi
come son grezzi!
Io non li considero manco tali.
Ma, seppure riuscissi
ad inventare parole
proibite da moti interiori 
a non esistere ancora,
poi doverle tenere
legate, solo per me…
sarebbe un segreto
troppo grande da nasconderti.
Perché sarebbe un segreto.




Un cielo da dipingere

8 06 2010

Se
ci fosse un cielo da dipingere
su
quest’atro mondo inventato
da
giochi di mente insani e fugaci
io
lo colorerei

delle
sfumature dei sorrisi
che
solleticano del viver le membra
necrofile
instancabili
nell’impastar
questa melma

e poi lo terrei infante sulla tela
per esporlo alla gente
e
dopo poche ore già gela
per
quel che intorno si sente

Un
urlo, un ferito, un morto
moltiplicali
per mille
poi
per altri mille ancora
e
ancora mille
-e
sono ancora pochi


E
allora lo strapperei
in
coriandoli brinati
brillanti
nell’involucro buio
che
avvolge i nostri capi


e
come sfoglie di neve
a
terra si scioglierebbero
pezzi
di un cielo felice
calpestati
residui di una festa
che
non è iniziata mai

Se
ci fosse un cielo da dipingere
alla
fine io
lo
strapperei
perché
in quest’oscuro regno
che
dimora in me
non
resiste alcun colore
al demon dominatore

Ma
se ci fosse un cielo da dipingere
anziché
terre che bruciano
sotto
eserciti di aneliti
o
mari che si svuotano
nelle
falle degli oblii
io
almeno
sorriderei
fino
a che


finalmente
impazzirei…





Coming Soon

28 03 2010
B-Sides

ciò che riposa troppo a lungo nell’attesa, prima o poi muore se non traccia un respiro…




I miei ricordi

11 03 2010
La maggior parte dei miei ricordi
è riposta in un alto vaso
ricolmo d’acqua,
torbida e ambigua.

Come i fiori, strappati alla terra
per rafforzar l’ego
di volubili donne,
risalgono a tre giorni fa

e stan già seccandosi,
cedendo la dolce agonia
alle prossime viole,
margherite o tulipani…

intanto che i petali cadenti
carezzan le fragili gambe
di nuove compagne,
primule e orchidee scarlatte,
rapite ier notte

-da poco sbocciate...